Nell’epoca della Migrazione 4.0, un progetto europeo a sostegno dei minori stranieri non accompagnati, sfrutta la forza trainante dell’innovazione tecnologica come strumento di integrazione culturale
RE-FUTURE è uno dei 12 progetti selezionati, tra oltre 300, dal Programma Europa Creativa della Commissione Europea per il supporto all’integrazione dei rifugiati ed è stato realizzato da una partnership di realtà europee: Dugong Films (Italia), AccoglieRete (Italia), Università Telematica Internazionale Uninettuno (Italia), Infinity Edge (Italia), Picofilm (Francia), Shoot&Post (Svezia), Asi Film (Turchia) e Road Movie (Italia).
L’iniziativa nasce dall’incontro tra Dugong Films, società italiana di produzione video che coordina il progetto, l’Associazione siciliana AccoglieRete, attiva nella tutela dei minori stranieri non accompagnati e l’Università Telematica Internazionale Uninettuno che da sempre è impegnata in progetti di cooperazione internazionale anche con i paesi del Nord Africa, del Medio Oriente e dell’Africa subsahariana , e che ha creato nel 2016 l’Università per Rifugiati . Il progetto vede anche la partecipazione di una rete di cinque partner che operano nel settore della produzione video e cinematografica.
L’obiettivo del progetto è stato quello di scoprire la realtà dell’integrazione attraverso gli occhi dei minori migranti non accompagnati con il linguaggio universale dell’immagine e di sensibilizzare i cittadini verso le loro problematiche.
Re-Future (crasi di refugee e future) ha coinvolto venti minori rifugiati, seguiti da AccoglieRete. Nel corso di un workshop della durata di 8 mesi, i giovani migranti sono stati formati dal regista milanese Andrea Caccia all’utilizzo del linguaggio dell’immagine e alla pratica del filmmaking per stimolare il loro sguardo e aiutarli a filmare le loro realtà utilizzando lo smartphone come mezzo di ripresa per raccontare il loro quotidiano, le loro storie e la loro esperienza d’integrazione.
La tecnologia ha trasformato i migranti del XXI secolo in “migranti digitali” e lo smartphone rappresenta per loro un bene imprescindibile per la conduzione della propria vita, l’unico legame tra quello che lasciano e quello che li aspetta. Uno strumento per scoprire il paese che li sta ospitando, mantenere i con tatti con la famiglia d’origine e intessere nuovi rapporti sul luogo di approdo.
I video realizzati dai giovani migranti e l’esperienza del workshop sono confluiti nel film documentario “TUMARANKÉ, un progetto Re-Future”, prodotto da Dugong Films in coproduzione con Offf, Road Movie, Picofilms e Shoot&Post. Tumaranké in lingua bambara vuol dire “lasciare il proprio paese in cerca di un futuro migliore”. Dai filmati dei minori migranti è nato un diario intimo e sorprendente, uno spaccato della loro vita in Italia, la vita nella comunità di accoglienza, la scuola, i sogni, le fragilità e anche momenti di solitudine, la nostalgia di casa e delle persone ormai lontane. Giorno dopo giorno, inseriti in un nuovo paese, imparano una lingua e scoprono, e fanno scoprire, una cultura dell’inclusione possibile, gettando le fondamenta per un futuro comune.
I filmati realizzati dai minori rifugiati non accompagnati sono stati oggetto di una ricerca coordinata dall’Università Telematica Internazionale Uninettuno e portata avanti da un gruppo di lavoro di professori e ricercatori della Facoltà di Psicologia. La ricerca, articolata in più fasi, è partita dall’analisi in rete di commenti online di cittadini italiani sul tema dell’integrazione, per poi analizzare il contenuto di quasi 700 filmati . Il gruppo di ricerca ha quindi compiuto un’analisi del loro impatto emotivo su un campione di spettatori, cittadini del paese di arrivo . La fase finale della ricerca, attualmente in corso, verte sull’analisi delle reazioni emotive ed affettive che l’intero film documentario suscita sugli spettatori.